L’ISOLA DELLE MADRI
Di Maria di Ser
Si perde nella notte dei tempi, quando la storia non era ancora cominciata, l’arrivo delle Grandi Madri nella nostra isola di SarDegna. Il profumo inconfondibile e intenso di natura, di terra e mare, le accolse per non farle più andar via. Da allora il nostro paesaggio è testimone vivente di quell’amore antico e ancestrale, forte ma oscuro, di certo insopprimibile, che ha legato quelle Madri alla SarDegna.
Nuraghi come templi-utero; domus de janas e tombe di giganti come sepolture comunitarie che tutti i suoi membri accoglie; perdas fittas, menhir, come essenziali rappresentazioni di un sacro divino dove ritrovarci per ballare in cerchio su ballu tundu, accompagnate dal ritmo lento e alienante del canto a tenores.
Viene da lontano quello che noi sentiamo oggi. Quello che sta avvenendo nella nostra terra da alcuni anni, per merito di gruppi e associazioni di donne madri, è un Ritrovarsi, è un Riconoscersi che Ricrea i legami per Riprendere in mano il nostro destino. Il prefisso Ri ci dice che qualcosa si ripete, è tornato, qualcosa di assopito che si è cercato di cancellare e di far credere che non ci fosse. E’ la voce delle donne madri che partoriscono.
Da anni abbiamo assistito all’evento nascita che da momento intimo e fisiologico si è trasformato in procedura ospedaliera, dove la donna e il suo bambino, in nome della sicurezza e della salute di entrambi, vengono fagocitati dal sistema medico, sottoposti a protocolli medico-sanitari che traumatizzano e lasciano profonde ferite su entrambi. Le madri nella loro esperienza di parto, che segna nella vita delle donne un profondo spartiacque esperienziale, diventano oggetti da guidare e aiutare e sostenere, non sono più loro le protagoniste della nascita dei futuri uomini, sono diventate contenitori da svuotare, il più in fretta possibile e al riparo da eventuali problemi medico-legali.
Ai loro bambini non viene ancora riconosciuto il diritto di non essere allontanati dalla madre in quei primi preziosi momenti, dove il contatto pelle a pelle si sostituisce all’abbraccio tiepido del liquido amniotico e della placenta. La sicurezza di madre e bambino è fondamentale in quei delicati e importanti frangenti, ma quei parametri, così ricercati dalle donne, possono, e dovrebbero, essere offerti nel rispetto di una fisiologia che ha i suoi tempi e le sue casistiche, che è fatta di bisogni, e ribadisco bisogni, fondamentali che se rispettati, riconosciuti e accolti, dunque ascoltati, renderanno l’esperienza primale del parto e della nascita ciò che la natura ha da sempre previsto: l’inizio della relazione tra madre e bambino.
Tale relazione è innescata e favorita da quel cocktail di ormoni, tra i quali domina l’ossitocina, che madre natura ha messo a disposizione della specie mammifera perché si riconoscesse e ci si prendesse cura della prole, e a sua volta il cocktail ormonale si scatena grazie ai meccanismi di un parto fisiologico e con minime essenziali ingerenze esterne e assenza di preparati chimici atti a sostituire ciò che il corpo già produce.
Il convegno tenutosi a Serdiana il 27 maggio 2016, organizzato da una carismatica donna sarda-olandese e sostenuto dai gruppi di donne madri che affiancano le altre donne madri, gruppi di tutta la SarDegna, che smentendo il luogo comune del “male unidos”, dal nord al sud, costa occidentale e orientale, passando per l’ombelico della nostra isola, ci ha viste accogliere il Prof. Michel Odent e l’ostetrica sudafricana Ruth Ehrhardt arrivati per la presentazione del libro di quest’ultima “I bisogni di base di una donna in travaglio”. Il tema del convegno “Nascita umana ad una svolta storica?” sposta l’attenzione sull’urgenza di modificare la maniera di venire al mondo e dare alla luce (riportando il titolo di uno splendido libro di Verena Schmid) oggi, nei nostri punti nascita, dove il massimo dell’efficienza è quello di sostituirsi alla donna che partorisce con strumenti e pratiche che disorientano la partoriente. Il potenziale materno è annichilito e azzerato, le donne, docili e addomesticate, spaventate e lontane dalla sintonia col loro corpo, partoriscono con paura e dolore che non comprendono, perdono la forza che viene loro da millenni di parti che hanno permesso all’umanità di moltiplicarsi.
Non si può dimenticare, anzi è nostra volontà portarlo a conoscenza, cosa ciò significhi per l’umanità intera: la perdita del potenziale ormonale che ci ha condotto fino ad oggi e che porterà sempre più velocemente ad un indebolimento della salute primale, cioè a quella salute che inizia con la nascita, prosegue con l’allattamento e influenzerà la salute futura dell’individuo. Studi scientifici svolti in tutto il mondo, che cercano di capire il moltiplicarsi delle malattie autoimmuni, delle patologie dell’affettività come l’autismo e delle sindromi depressive oggi in crescita esponenziale, sono giunti a studiare il momento più importante per ogni essere umano: la nascita. Hanno osservato quanto questo evento sia oggi disturbato, distorto, trasformato in qualcosa che assomiglia ad una patologia, sempre più lontani da quell’evento fisiologico che se portato a termine garantisce ciò che è necessario alla madre e al bambino: un forte attaccamento e un vero inizio di allattamento.
Nella nostra SarDegna gruppi sempre più numerosi di donne consapevoli e combattive hanno preso coscienza, dopo aver vissuto diverse esperienze di parto, allattamento, maternato, di quali sono i loro bisogni di base, per tornare a far nascere bambini in questa terra col tasso di natalità più basso d’Italia. Restituire alle donne fiducia nella loro capacità di partorire e allattare i loro cuccioli porterà indietro, come un boomerang, la linfa vitale che realizza i sogni.
Gratzias a totus is feminas, a totus is mamais e a tutti voi dico: “Gioite, cantate, ballate, le Grandi Madri sono tornate”
Cosa succede in Italia in quest’ultimo periodo? sempre di più si parla di Nascita.. di parto.. Noi di Nanay abbiamo partecipato attivamente alla Campagna “bastatacere”, preso parte a numerose iniziative volte a migliorare le condizioni di gravidanza, parto, post-partum attuali.. Abbiamo organizzato una conferenza dal titolo “nascita, allattamento, salute primale a una svolta storica per l’umanità” e aiutato nell’organizzazione di quella svoltasi a Serdiana, vicino Cagliari. Poiché la presidente di Nanay è sarda e il suo cuore abita anche lì.
Per questo ospitiamo con piacere l’articolo di Maria.. che ci racconta un po’ cosa succede in Sardegna..Cosa succede? Le madri si organizzano, dal basso, senza finanziamento alcuno e col solo aiuto di alcune ostetriche e alcuni papà, Raduni regionali dei gruppi da Mamma a Mamma, Conferenze scientifiche, eventi di diffusione culturale.
Il cambiamento è in atto, dobbiamo prenderne atto.. Attendiamo che lo facciano, anche e soprattutto, le Istituzioni e la società civile tutta..Che riconoscano il lavoro, il valore, il grido (non solo di dolore; ma anche di speranza! ) delle Madri.
Ci siamo
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